A 53 anni dalla Strage di Piazza Fontana e dalla Morte di Giuseppe Pinelli, siamo investiti da una guerra nel cuore dell’Europa che sta cambiando le nostre vite e sta modificando la nostra esistenza.
Nel 1969 lo Stato Italiano decise di fare la guerra ai propri cittadini attaccando una società in fermento che voleva cambiare e sovvertire l’ordine costituito basato sulla violenza della polizia, l’imperio padronale, la cultura patriarcale e misogina; lo Stato reagì con la Strategia della Tensione, un vero e proprio conflitto a bassa intensità che procurò non pochi lutti al nostro Paese.
Punta di lancia di questo attacco furono gli apparati militari militari nord-atlantici e italiani, i servizi segreti con i gruppi neofascisti e neonazisti usati come provocatori e terroristi.
Eravamo nell’Europa divisa dai blocchi e, secondo una lettura parziale e di comodo, si doveva contrastare la minaccia sovietica ed un ipotetico governo delle sinistre.
In realtà l’obiettivo era quell’Italia in tumulto dove migliaia e migliaia di persone comuni volevano conquistare un futuro fatto di libertà ed eguaglianza.
Operai e contadini che non sopportavano più la schiavitù del lavoro salariato, studenti che volevano costruire nuovi saperi, donne e uomini che desideravano una quotidianità che rappresentasse un continuo divenire e non più il grigiore di un esistenza incolore.
In questo contesto gli Anarchici svolgevamo un ruolo non indifferente di minoranza agente per una insubordinazione presente ed una insurrezione annunciata, e quindi andavamo colpiti mortalmente dalle forze della restaurazione reazionaria. Venimmo accusati della strage di Piazza Fontana, e Pinelli fu scaraventato dal quarto piano della questura di Milano. Ma lo Stato non ci uccise, anzi si sviluppò un movimento di opposizione sociale che attraverserà e stravolgerà il paese per diversi anni, ponendo la Rivoluzione all’ordine del giorno.
Oggi con un Paese profondamente trasformato, con una società impoverita e distrutta da una classe dirigente sempre più autoreferenziale, ed un governo composto dai sodali ed eredi degli stragisti di Piazza Fontana, si attaccano nuovamente gli anarchici colpendoli e tentando di annientare con il 41Bis e con l’ergastolo i compagnie le compagne in galera e la voglia di libertà e di Anarchia che si esprime nelle piazze e nelle strade delle città d’Italia e del mondo.
Nel nome di Pino Pinelli e di tutte le vittime della repressione statale, siamo solidali con Alfredo Cospito e Anna Beniamino, in sciopero della fame contro l’accanimento giudiziario che, colpendo loro vuole annientare il movimento anarchico e sottomettere ogni volontà di cambiamento sociale presente nella società.
Federazione Anarchica Siciliana
fas.corrispondenza@inventati.org – 12-12-2022