RAGUSA, CITTA’ CHIUSA

A due anni di distanza dallo sgombero dello Spazio Autogestito LA FABBRICA, Ragusa vive ancora l’eterra dimensione di città fantasma: ancora più povera di spazi fruibili dai cittadini (il Centro Servizi Culturali trasformato in un ufficio con orari e modalità di assegnazione assurde, aumento delle cauzioni per gli spazi comunali nuovi e vecchi, inagibilità strutturali diffuse in tutti gli spazi pubblici conseguentemente inassegnabili, gestione di spazi comunali ad opera di commercianti con ovvie conseguenze sulla pluralità di luoghi comuni), sempre più cementificata e de-umanizzata (viabilità bloccata in centro storico per gli eterni lavori del parcheggio sotterraneo di piazza poste, il flop in cemento armato del parcheggio adiacente il tribunale, il fantasma del parcheggio di piazza del popolo vero e proprio pozzo economico senza fondo ancora incompleto) con nuove minacce di assedio del centro storico da parte di costruttori e servi del cemento armato (la demolizione in programma dell’Ex-Algida, che al momento ospita il gruppo scout RG1 Cngei, e la demolizione della vecchia sede del Istituto Commerciale di Piazza Carmine, entrambi da destinarsi a parcheggi). Contemporaneamente la città affronta un sempre crescente degrado culturale ed aggregativo (sagre e scacce a parte), soprattutto in centro storico, dove l’abbandono comprende anche i servizi essenziali, ed include operazioni come minimo provocatorie, come la tentata assegnazione della Rotonda Maria Occhipinti al Movimemento Azzurro, stroncata sul nascere da una mobilitazione popolare, o l’abitudine oramai consolidata ad affidare immobili pubblici ai soliti (e noti) amici dell’amministrazione. Nei piani degli amministratori della città, la riqualifica delle zone degradate passa attraverso il cemento, il decentramento delle attività artigianali e commerciali in favore delle periferie, la pedonalizzazione forzata di via Roma e Viale Tenente Lena (senza un minimo di progettualtà su viabilità e vivibilità circostante) o l’invito a realtà commerciali per V.I.P. (Bulgari, Gucci e co) ad aprire attività commerciali a Ragusa Ibla (geniale idea riferita dal Sindaco Di Pasquale durante l’incontro “Riqualificazione del Centro Storico” dello scorso anno tenutosi nella sala dell’hotel Mediterraneo), e non attraverso i servizi sociali, i movimenti giovanili di aggregazione e gli spazi comuni. L’amministrazione ha dimostrato il suo disinteresse, per non dire la sua malafede, in questo senso, col totale disinteresse per le vicende successive allo sgombero della Fabbrica: da due anni, l’ex-hotel è letteralmente blindato, esattamente come l’indomani dello sgombero; che fine hanno fatto i famigerati progetti sociali dell’ente che gestisce questo bene, l’INPDAP? Il quartiere, che ha vissuto brevemente una rinata socialità, con la presenza costante dentro lo spazio autogestito di adulti, bambini ed anziani, è tornato all’abbandono originario, ed alla convivenza con lo stabile di nuovo degradato a ricettacolo di rifiuti ed alloggio temporaneo per senzatetto. Nel frattempo gli occupanti dell’hotel si preparano ad affrontare un processo ridicolo, di cui sono appena state chiuse le indagini preliminari, in cui sono accusati di diversi reati (tutti a titolo individuale, evidentemente a Ragusa si sconosce la storia giudiziaria degli spazi occupati dagli anni ’80 ad oggi), tra cui alcuni palesemente falsi, ascrittigli solo per dare l’esempio alla cittadinanza tutta, di cosa si rischia a gestire direttamente l’abbandono degli spazi comuni. Come parte della cittadinanza attiva, che non si rassegna allo stato delle cose, rivendichiamo la lotta per gli spazi ed i beni comuni, e la loro gestione diretta come unico metodo di rivalutazione delle nostre città: per discutere di questo e delle prossime iniziative in merito, convochiamo un’incontro per Venerdì 28 Ottobre alle ore 19:00, presso i locali della Società dei Libertari, in via G.B. Odierna 212, invitando tutte le realtà cittadine e provinciali a partecipare per coordinare insieme un nuovo momento di lotta per gli spazi ed i beni comuni a partire dall’esperienza dello S.A. La Fabbrica e per supportare chi ha scommesso con la propria fedina penale, sul futuro dell’autogestione in città.

COLLETTIVO LA FABBRICA
GRUPPO ANARCHICO DI RAGUSA

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