Avanti, avanti, avanti! Con la fiaccola nel pugno e con la scure

Avanti, avanti, avanti!

Con la fiaccola nel pugno e con la scure

 Quinto anniversario della scomparsa dell’anarchico Franco Leggio

 Società dei Libertari, via G. B. Odierna, 212 – Ragusa

Sabato 17 dicembre 2011 – ore 17,30

Proiezione del film: Franco Leggio, un anarchico di Ragusa, di Pino Bertelli

Conferenza:

Natale Musarra: Franco Leggio e Paolo Schicchi – l’anarchismo glorioso

Pippo Gurrieri: L’eredità politica e umana di Franco Leggio

Al termine: brindisi in onore di Franco

 

 Gruppo Anarchico di Ragusa

Federazione Anarchica Siciliana

 info@sicilialibertaria.it

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CANTIERE NAVALE: NON E’ PIÙ TEMPO DI INDUGIARE

I lavoratori e le lavoratrici del Collettivo dei Lavoratori in Lotta del Cantiere Navale di Trapani, che da settimane si battono contro il loro licenziamento, hanno deciso che non è più tempo di indugiare. Venerdì 25 Novembre hanno occupato la petroliera “Marettimo M.” ed hanno inviato un segnale forte e chiaro a chi, seduto sulle comode poltrone di un consiglio di amministrazione o di qualche palazzo del potere, ivi compresi quelli dei sindacati confederali, ha deciso deliberatamente di ignorarli e abbandonarli al loro destino, crogiolandosi nell’immobilismo più bieco e spietato.

Noi sappiamo, avendo appoggiato la protesta fin dai suoi albori, che questa occupazione non è il sintomo di una esasperazione crescente, peraltro assolutamente legittima, ma al contrario, la prova di una grande determinazione e lucidità, condizione che ha permesso agli operai di mantenere l’unità e la grinta che li hanno contraddistinti fino a questo momento.

Non esiste nessuna differenza tra i lavoratori e le lavoratrici saliti fisicamente sulla petroliera e quelli rimasti in presidio permanente alle porte del cantiere. Parlando con loro lo si capisce immediatamente, sono tutti animati dal medesimo fervore.

In ciò risiede la grande forza dell’autorganizzazione, che nessun sindacalista di professione, politicante o amministratore delegato d’azienda potrà placare con false promesse a cui, finalmente, nessuno crede più.

Noi esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori del Collettivo e tutto il nostro sostegno all’occupazione, la loro lotta è anche la nostra.

Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani

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Manifestazione NO MUOS

La Federazione Anarchica Siciliana ha aderito alla manifestazione del 25 novembre indetta a Palermo dal Comitato No Muos di Niscemi. Gli anarchici della FAS rinnovano la loro solidarietà alle donne e agli uomini che, opponendosi alla costruzione del sistema di radar statunitensi denominato “Muos”, lottano contro il militarismo e la devastazione ambientale.

Federazione Anarchica Siciliana – FAS

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SCIOPERO GENERALE

I PADRONI, L’ALTA FINANZA, I POLITICANTI HANNO PROVOCATO
LA CRISI E ORA VOGLIONO FARCELA PAGARE: CON LE
PRIVATIZZAZIONI, CON I TAGLI AI SERVIZI DI TUTELA E SOSTEGNO
DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE E METTENDO LE MANI NELLE
NOSTRE TASCHE.

LE CHIAMANO “LIBERALIZZAZIONI” MA È SOLO SFRUTTAMENTO,
PRECARIATO, DISOCCUPAZIONE, DISSERVIZI, IMPOVERIMENTO
COLLETTIVO.

DOPO I DISASTRI DEL GOVERNO BERLUSCONI, ORA CI TOCCA IL
GOVERNO “TECNICO” DEL BANCHIERE MONTI: LA MACELLERIA
SOCIALE CONTINUERÀ CON LA BENEDIZIONE DELL’UNIONE
EUROPEA, FRA COMPLICITÀ PARLAMENTARI E OPPORTUNISMO
ELETTORALE.

LA CRISI CHE VIVIAMO NON È UN INCIDENTE DI PERCORSO: SI
IDENTIFICA, PIUTTOSTO, COL PUNTO DI NON RITORNO DI UN
SISTEMA CHE CI SOFFOCA OGNI GIORNO DI PIÙ.
VIVIAMO, DEL RESTO, IN UN MONDO DOVE POCHISSIMI INDIVIDUI
NON CONOSCONO PRIVAZIONI PERCHÉ DETENGONO QUASI TUTTA
LA RICCHEZZA, MENTRE LA MAGGIORANZA DEGLI ESSERI UMANI È
COSTRETTA A SOPRAVVIVERE DI STENTI.

È ARRIVATO IL MOMENTO DI RILANCIARE CONCRETAMENTE LE
LOTTE PER AFFRONTARE LA CRISI COLPENDOLA AL CUORE,
CON SCIOPERI, MOBILITAZIONI, BOICOTTAGGI, OCCUPAZIONI
DELLE FABBRICHE. L’OBIETTIVO NON PUÒ ESSERE ALTRO CHE
L’ABBATTIMENTO DI QUESTO SISTEMA, ATTRAVERSO NUOVE
FORME DI PRODUZIONE E CONSUMO, DI AUTOGESTIONE, DI
ORGANIZZAZIONE E LIBERAZIONE DEL LAVORO.

            Collettivo Studentesco Antiautoritario
     Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
     Federazione dei Comunisti Anarchici – Sez. “Delo Truda”
     Gruppo “Giustizia e Libertà” della Federazione Anarchica Siciliana

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Contro il MUOS, contro tutti gli eserciti, contro la guerra

La Federazione Anarchica Siciliana sostiene e fa propria la lotta contro il Mobile User Objective System (MUOS) di Niscemi (CL), rilanciata dal comitato No MUOS e da altre forze antimilitariste e pacifiste siciliane.
La costruzione di questo terminale siciliano –su quattro in tutto il Mondo – delle comunicazioni satellitari delle Forze Armate americane rappresenterebbe un punto di non ritorno e ribadirebbe il ruolo della Sicilia di colonia militare e di terra di aggressione, come del resto già avviene da tempo con le numerose basi statunitensi, Sigonella e Augusta in testa, e con l’aeroporto militare di Trapani Birgi.
La mobilitazione contro il MUOS non può essere dettata dai tempi dei ricorsi amministrativi, ma deve darsi delle tabelle di marcia proprie, in modo particolare tentando di estendersi, a partire dal territorio delle province circostanti Niscemi, in tutta la Sicilia, per essere poi assunta come obiettivo di mobilitazioni a livello nazionale.

Opporsi al MUOS vuol dire opporsi alle logiche perverse dei signori della guerra – costruttori di armi, banche, mediatori, ministri, capi delle forze armate – per una società libera dal cancro militarista.
Gli anarchici siciliani daranno il loro contributo in tal senso mettendo a disposizione la loro esperienza, i loro mezzi e la loro determinazione.

 

Federazione Anarchica Siciliana

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4 novembre: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l’ignoranza è forza»

Dicono che mancano i soldi per le scuole, per le università, per gli ospedali, per i servizi pubblici. Per rilanciare l’economia, il governo vuole licenziare di più e allungare l’età pensionabile. Dicono che bisogna fare a meno dei diritti perché i soldi non ci sono, c’è la crisi e bisogna tirare la cinghia. Ma per l’esercito, le guerre e gli strumenti di morte i soldi si trovano sempre (…).

Leggi il resto qui.

Gruppo Anarchico “A. Salsedo” – Trapani

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Solidarietà al collettivo La fabbrica

La Federazione Anarchica Siciliana esprime tutta la massima solidarietà militante ai compagni del collettivo La Fabbrica di Ragusa, protagonisti, nell’ottobre del 2009, della prima occupazione di uno spazio sociale in città. Oggi, quattro di loro sono colpiti da un procedimento giudiziario che li vede imputati di invasione, occupazione, violenza aggravata e furto di energia elettrica. A uno di loro è stata perfino recapitata da parte dell’Enel una bolletta di 900 euro.
Colpire quattro compagni per un “reato” commesso da centinaia e centinaia di giovani, che occuparono e frequentarono lo spazio autogestito nell’ex Hotel S. Giovanni, rientra nel vecchio adagio repressivo del “colpiscine uno per educarne cento”. Il segnale è chiaro: guai a chi osa sfidare i responsabili del degrado dei centri storici, guai a chi osa affermare il diritto ad autogestire la propria cultura e anche la propria vita.
In questo momento, in Sicilia, le esperienze degli spazi sociali occupati attraversano il momento di maggior crisi; rilanciare questa tematica è il modo migliore per rispondere alla repressione e agli sgomberi.

Federazione Anarchica Siciliana

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LIBERIAMO LA SICILIA DAL CANCRO MILITARISTA


L’intervento militare in Libia volge alla conclusione, ma il destino della Sicilia sembra segnato: base militare permanente al centro del Mediterraneo, al servizio delle forse d’occupazione americane che da oltre settant’anni ne hanno fatto il cuore strategico delle loro strategie di aggressione, di controllo e di guerra in Africa, Medio Oriente, Europa dell’Est, Asia occidentale.

Questi dieci mesi di bombardamenti in Libia hanno dimostrato come tre aeroporti possano essere espropriati (Trapani Birgi), limitati (Fontanarossa), e utilizzati (assieme a Sigonella) a scopo esclusivo militare.

La nostra isola è tutto un pullulare di basi NATO e americane: porti, aeroporti, montagne, vulcani spenti, spiagge, isole, contrade, campagne, con i loro arsenali, depositi, radar, sono il simbolo di una servitù militare e di una ipoteca su un futuro diverso e migliore per il popolo siciliano.

Sigonella è al centro delle operazioni di attacco in Iraq, Afghanistan, Somalia, Libia, con i suoi strumenti di morte più moderni ed efficienti; proprio sul terreno libico sono stati sperimentati i micidiali aerei senza pilota Predator. Ora la NATO ha deciso di trasferirvi da Gran Bretagna e Germania, il Comando per le operazioni speciali USA in Europa (SOCEUR), con altri 6000 uomini.

Nessun governo fra quelli che si sono succeduti, ha mai messo in discussione questa presenza militare; solo vi si sono opposti le minoranze antimilitariste e pacifiste e le popolazioni più vicine agli insediamenti. Dai tempi dei missili a Comiso (1982-1985) il popolo siciliano non si mobilita adeguatamente per dire NO al cancro guerrafondaio e per liberare il proprio territorio da questa nefasta occupazione militare.

Con la decisione di costruire la base MUOS a Niscemi – uno dei quattro piloni della rete militare mondiale USA – recentemente confermata anche dal TAR, non solo si accentua il ruolo della Sicilia di terra di morte e di rovina, ma si compromettono direttamente la salute e la libertà di decine di migliaia di siciliani, che subiranno gli effetti mortiferi delle radiazioni elettromagnetiche.

La guerra, la politica militarista, gli eserciti, non solo sono nemici di ogni popolo per quello che producono: distruzione e morte; ma essi ne condizionano la vita sociale, poiché rappresentano dei pozzi senza fondo per la spesa pubblica: dagli aeroporti siciliani sono state effettuate circa 40.000 ore di missioni di guerra in Libia: ogni ora è costata (e ancora costa) 30.000 euro. Le missioni militari italiane (Libano, Iraq, Afghanistan, Libia, ecc.) costano circa 3.600 euro al minuto. Bastano queste sole cifre per dimostrare quanto false siano le discussioni sulla crisi e quanto ipocrite e vampiresche siano le manovre antricrisi del governo, tutte volte ad affossare le condizioni di vita dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione, per garantire i profittatori, gli speculatori e le banche.

Lottare contro il cancro militarista vuol dire non solo ridare nuove prospettive sociali alla nostra terra, ma liberare risorse da destinare al miglioramento della vita delle popolazioni, al rilancio dell’agricoltura e di altre attività lavorative pulite, ad una dotazione di servizi all’altezza di un paese civile.

Lottare per tutto questo è necessario, è una questione di dignità.

Federazione Anarchica Siciliana

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LE LOTTE REALI NON FANNO NOTIZIA

Domenica 23 ottobre ventimila persone hanno ripercorso i sentieri della Valsusa torn ando a manifestare, tutti insieme, contro il progetto di realizzazione della linea per il Treno ad Alta Velocità (TAV), una delle opere più inutili e più costose e devastanti dal punto di vista economico e ambientale.
I comitati popolari No Tav avevano annunciato il taglio delle reti messe dalle forze dell’ordine per sbarrare il cammino verso l’area del cantiere in cui dovrebbero iniziare i lavori.
Il terrorismo mediatico di Tv e giornali aveva avvelenato il clima nei giorni precedenti. Dopo la sbornia successiva ai fatti di Roma del 15 ottobre, con i telegiornali scatenati nel dare risalto agli incidenti di piazza allo scopo di criminalizzare quell’oceanica mobilitazione nazionale violentemente attaccata dalla polizia, il corteo del popolo No Tav era atteso al varco da sciacalli di ogni risma.
Invece, la manifestazione in Valsusa si è svolta senza problemi, con il taglio delle reti che ci si era prefissati, una de cisione assunta collettivamente. Le reti del cantiere, difese da centinaia di poliziotti e carabinieri armati di tutto punto contro una popolazione a mani nude, sono rimaste intatte – almeno per ora. Ci sono altre cinquanta domeniche in un anno, e non è questo il punto.
Il punto è che, domenica scorsa, in Valsusa, c’erano tutti, compresi – come sempre – gli anarchici. Questa lotta popolare coinvolge da anni le persone comuni, i lavoratori, la società civile, i comitati di base, le aree politiche. Tutti uniti, nel rispetto delle differenze, per una lotta comune, attraverso pratiche di volta in volta discusse e condivise, senza spaccature e incomprensioni che fanno solo il gioco del potere.
Se spaccature ci sono state in passato, esse vanno addebitate ai politicanti e a quei partiti che cercano sempre di fiaccare la resistenza dei valsusini per governare e addomesticare il conflitto.
Domenica 23 ottobre, ventimila val susini hanno dato l’ennesimo schiaffo morale e politico al governo italiano, ma nessuno ne ha parlato. Purtroppo, le lotte reali, quotidiane e radicate nei territori non fanno notizia. Ma sono proprio queste le lotte alle quali gli anarchici daranno sempre il loro contributo.

Federazione Anarchica Siciliana

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RAGUSA, CITTA’ CHIUSA

A due anni di distanza dallo sgombero dello Spazio Autogestito LA FABBRICA, Ragusa vive ancora l’eterra dimensione di città fantasma: ancora più povera di spazi fruibili dai cittadini (il Centro Servizi Culturali trasformato in un ufficio con orari e modalità di assegnazione assurde, aumento delle cauzioni per gli spazi comunali nuovi e vecchi, inagibilità strutturali diffuse in tutti gli spazi pubblici conseguentemente inassegnabili, gestione di spazi comunali ad opera di commercianti con ovvie conseguenze sulla pluralità di luoghi comuni), sempre più cementificata e de-umanizzata (viabilità bloccata in centro storico per gli eterni lavori del parcheggio sotterraneo di piazza poste, il flop in cemento armato del parcheggio adiacente il tribunale, il fantasma del parcheggio di piazza del popolo vero e proprio pozzo economico senza fondo ancora incompleto) con nuove minacce di assedio del centro storico da parte di costruttori e servi del cemento armato (la demolizione in programma dell’Ex-Algida, che al momento ospita il gruppo scout RG1 Cngei, e la demolizione della vecchia sede del Istituto Commerciale di Piazza Carmine, entrambi da destinarsi a parcheggi). Contemporaneamente la città affronta un sempre crescente degrado culturale ed aggregativo (sagre e scacce a parte), soprattutto in centro storico, dove l’abbandono comprende anche i servizi essenziali, ed include operazioni come minimo provocatorie, come la tentata assegnazione della Rotonda Maria Occhipinti al Movimemento Azzurro, stroncata sul nascere da una mobilitazione popolare, o l’abitudine oramai consolidata ad affidare immobili pubblici ai soliti (e noti) amici dell’amministrazione. Nei piani degli amministratori della città, la riqualifica delle zone degradate passa attraverso il cemento, il decentramento delle attività artigianali e commerciali in favore delle periferie, la pedonalizzazione forzata di via Roma e Viale Tenente Lena (senza un minimo di progettualtà su viabilità e vivibilità circostante) o l’invito a realtà commerciali per V.I.P. (Bulgari, Gucci e co) ad aprire attività commerciali a Ragusa Ibla (geniale idea riferita dal Sindaco Di Pasquale durante l’incontro “Riqualificazione del Centro Storico” dello scorso anno tenutosi nella sala dell’hotel Mediterraneo), e non attraverso i servizi sociali, i movimenti giovanili di aggregazione e gli spazi comuni. L’amministrazione ha dimostrato il suo disinteresse, per non dire la sua malafede, in questo senso, col totale disinteresse per le vicende successive allo sgombero della Fabbrica: da due anni, l’ex-hotel è letteralmente blindato, esattamente come l’indomani dello sgombero; che fine hanno fatto i famigerati progetti sociali dell’ente che gestisce questo bene, l’INPDAP? Il quartiere, che ha vissuto brevemente una rinata socialità, con la presenza costante dentro lo spazio autogestito di adulti, bambini ed anziani, è tornato all’abbandono originario, ed alla convivenza con lo stabile di nuovo degradato a ricettacolo di rifiuti ed alloggio temporaneo per senzatetto. Nel frattempo gli occupanti dell’hotel si preparano ad affrontare un processo ridicolo, di cui sono appena state chiuse le indagini preliminari, in cui sono accusati di diversi reati (tutti a titolo individuale, evidentemente a Ragusa si sconosce la storia giudiziaria degli spazi occupati dagli anni ’80 ad oggi), tra cui alcuni palesemente falsi, ascrittigli solo per dare l’esempio alla cittadinanza tutta, di cosa si rischia a gestire direttamente l’abbandono degli spazi comuni. Come parte della cittadinanza attiva, che non si rassegna allo stato delle cose, rivendichiamo la lotta per gli spazi ed i beni comuni, e la loro gestione diretta come unico metodo di rivalutazione delle nostre città: per discutere di questo e delle prossime iniziative in merito, convochiamo un’incontro per Venerdì 28 Ottobre alle ore 19:00, presso i locali della Società dei Libertari, in via G.B. Odierna 212, invitando tutte le realtà cittadine e provinciali a partecipare per coordinare insieme un nuovo momento di lotta per gli spazi ed i beni comuni a partire dall’esperienza dello S.A. La Fabbrica e per supportare chi ha scommesso con la propria fedina penale, sul futuro dell’autogestione in città.

COLLETTIVO LA FABBRICA
GRUPPO ANARCHICO DI RAGUSA

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