Contro la devastazione dell’ambiente. Solidali con gli attivisti di Ultima Generazione

Tre attivisti di Ultima Generazione hanno ricevuto in questi giorni, dalla Questura di Palermo, un foglio di via della durata di un anno per una di loro e di tre anni per gli altri due. Il foglio di via fa seguito all’azione nonviolenta messa in atto il 29 marzo scorso al Molo Trapezoidale del porto di Palermo in segno di protesta contro lo spreco di acqua rappresentato dalla grande vasca in un territorio in cui la siccità, ormai divenuta realtà, impone il razionamento dell’acqua potabile per quasi un milione di cittadini mentre le campagne si avviano ad un processo irreversibile di desertificazione.
La campagna di Ultima Generazione è volta a richiedere un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato, da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato, per ripagare chi viene danneggiato da calamità causate dai cambiamenti climatici. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazione degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi, premi e benefit ai loro manager, la riduzione delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari.
L’azione del 29 marzo è stata giudicata alla stregua di un atto criminale e come potenziali criminali sono stati considerati i tre attivisti, in una città che in tema di criminalità e mafia ha ben altre priorità. Evidentemente le direttive delle Forze del dis-ordine e dell’Anti-crimine sono ben altre e vengono dettate direttamente dal Viminale, sempre più attivo nel
perseguitare i giovani che praticano l’azione diretta, rischiando in prima persona, pur di diffondere l’allarme sull’urgenza di misure radicali di mitigazione e adattamento necessarie a frenare gli effetti dei cambiamenti climatici prodotti dall’azione distruttrice del capitale.

Federazione Anarchica Siciliana
fas.corrispondenza@inventati.org – 22 aprile 2024

(volantino in formato pdf)

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ILARIA SALIS LIBERA !

(locandina in formato pdf)

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Solidali con chi lotta, Solidali con Antudo

Chi si oppone alla Guerra, chi contrasta la devastazione dei Territori, chi pratica l’internazionalismo, viene attaccato e colpito dallo Stato, che non accetta nessuna forma di dissenso al di fuori dalla “Normalità Democratica”.
Prova ne sono i procedimenti giudiziari per alcuni attivisti di Antudo. Uno di essi è stato arrestato e altri due sono sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Tutti loro, secondo gli inquirenti, sono penalmente perseguibili per un’azione dimostrativa davanti i cancelli della fabbrica di armamenti della Leonardo Spa, nei pressi del popolare quartiere della Guadagna
a Palermo.
Si sa da da tempo che la Leonardo Spa è una delle punte avanzate del sistema bellico Italiano, in prima fila nel conflitto Russo-Ucraino, nel Massacro nei confronti del Popolo
Palestinese e nel teatro di guerra del Mar Rosso, senza dimenticare la presenza nelle altre proiezioni militariste del nostro bel paese.
Si sa, terroristi sono coloro che si oppongono alla guerra, non chi la pratica quotidianamente, a partire dai militari, dai fabbricanti e mercanti di armi, dai governi
di mezzo mondo.
In un clima di guerra come l’attuale, gli apparati repressivi si muovono in maniera
determinata e risoluta.
L’operazione repressiva di Palermo ha avuto il marchio di infamia della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, a testimoniare come il clima stia cambiando nei confronti dei movimenti di opposizione sociale.
Siamo convinti che di fronte a tutto questo il movimento si debba incominciare ha dotare di strutture di difesa giuridico-politica e di casse di resistenza unitarie che servano a fronteggiare gli attacchi polizieschi e giudiziari di uno Stato e di un Governo fascista ormai ufficialmente entrati in guerra.
A noi spetta il compito irrinunciabile di fermare la guerra, di disertare gli eserciti, di bloccare l’industria bellica.
Fuori la Leonardo dalla Sicilia!

Federazione Anarchica Siciliana
fas.corrispondenza@inventati.org – marzo 2024.

(comunicato in pdf)

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Gli attivisti di Ultima Generazione trattati come criminali (Comunicato della Federazione Anarchica Siciliana)

Nella mattina di mercoledì 8 novembre alcuni attivisti di Ultima Generazione hanno compiuto una delle loro azioni ad Enna Bassa, ostacolando il traffico automobilistico. Trovandosi nelle vicinanze dell’ospedale, i manifestanti hanno fatto transitare tutte le autoambulanze dirette al nosocomio, in questo modo hanno rischiato di farsi travolgere da automobilisti incuranti delle conseguenze delle loro azioni.
Gli agenti della Digos di Enna giunti subito dopo hanno fermato gli attivisti
e li hanno condotti in questura. Dalla quale sono usciti qualche ora dopo
con un foglio di via della durata di 3 anni e l’obbligo di firma nella
questura delle proprie città dopo 3 ore.
Neppure fossero degli incalliti criminali!
Mentre abbiamo vissuto l’ottobre e l’estate più caldi di sempre e la siccità ha messo in ginocchio l’agricoltura e i disastri ambientali si susseguono con regolarità, la risposta a chi cerca di porre all’attenzione dell’opinione pubblica la grave crisi climatica in atto è solo quella repressiva.
I partiti, di destra e di sinistra, si riempiono la bocca di una fantomatica transizione ecologica; i governi, di oggi e di ieri, blaterano soltanto di crescita economica e di Pil e non hanno nessuna intenzione di accogliere neppure le proposte minime ed essenziali per iniziare ad invertire la rotta, come ad esempio l’istituzione di un fondo di riparazione per i danni causati dalle catastrofi climatiche o l’abolizione dei sussidi dannosi
per l’ambiente.
Noi esprimiamo solidarietà e sostegno ai giovani di U.G. che con la loro

azione provano a scuotere una società intorpidita e chiusa in sé.

FEDERAZIONE ANARCHICA SICILIANA
fas.corrispondenza@inventati.org – 14-11-23

(volantino in formato pdf)

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4 NOVEMBRE: NULLA DA FESTEGGIARE!

Il 4 novembre è la festa delle forze armate. Si festeggia nel giorno della
“vittoria” nella prima guerra mondiale. Ma vittoria di chi?
Nella sola Italia i morti furono 600.000. Molti dei responsabili di questo
immane massacro vengono ancora omaggiati con la titolazione di vie e
piazze. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, bombarda,
occupa territori, in eroe.
Il Governo Meloni utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione
della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e le missioni
militari dall’Ucraina all’Africa.
L’ITALIA È IN GUERRA: dalle basi militari italiane, NATO e USA, come
Sigonella, con il supporto del MUOS di Niscemi, si alzano in volo i droni che
gestiscono l’intelligence per l’esercito ucraino, o i boeing che forniscono la
copertura all’esercito israeliano che sta distruggendo Gaza e
annientando il popolo palestinese.
L’ITALIA È IN GUERRA: è impegnata in 43 missioni militari all’estero, di cui
18 in Africa a difesa degli interessi di ENI e per bloccare le popolazioni in
fuga verso l’Europa. La repressione dei migranti è affidata al ministero della
difesa, le Ong vengono boicottate e i loro mezzi sequestrati, mentre si
costruiscono nuovi Cpr presentati come parte del dispositivo di sicurezza
nazionale.
L’ITALIA È IN GUERRA: nel nostro Paese si producono e si testano le armi
impiegate nelle guerre di mezzo Mondo. Queste armi “made in Italy” hanno
ucciso milioni di persone, distrutto città, avvelenato territori.
L’ITALIA È IN GUERRA: Ogni giorno qualcuno muore perché la sanità e la
cura subiscono tagli drammatici. I soldi destinati alla salute, all’istruzione,
ai trasporti sono stati spesi per rinforzare il dispositivo militare.
Ormai non vi è ambito sociale al sicuro dalla marea militarista montante. La
guerra in Ucraina ha dato una drammatica spinta verso un riarmo mondiale
dagli esiti imprevedibili. La guerra riesplosa con enorme violenza in
Palestina sta accelerando ulteriormente questo processo.
Il 4 novembre non c’è proprio nulla da festeggiare. Lasciamo soli i signori
della guerra con le loro ridicole parate e con lo sfoggio dei loro strumenti di
morte, ad esaltare la violenza e la distruzione, perché a questo servono le
armi e gli eserciti.
Opporsi alla guerra e al militarismo. Smantellare le basi di guerra in Sicilia e
ovunque è indispensabile per sconfiggere i signori della morte.

Federazione Anarchica Siciliana
fas.corrispondenza@inventati.org – novembre 2023.

(comunicato in versione pdf)

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Israele-Palestina: nuovo fronte della guerra mondiale

Fermare la catastrofe!
Neutralizzare i governi!

Lo scontro militare tra le milizie di Hamas e le forze armate dello Stato di Israele, dopo le vittime israeliane sta provocando ancora una volta il massacro di migliaia di civili in Palestina. Hamas persegue il proprio progetto di dominio politico e religioso, in tutta evidenza andando contro gli interessi del popolo palestinese. Lo Stato israeliano, che non ha mai cessato la sua strategia di genocidio del popolo palestinese, sta attuando una reazione militare con l’obiettivo di occupare la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, per eliminare la popolazione palestinese o costringerla a fuggire.
Condanniamo questo nuovo conflitto tra il partito armato di Hamas e lo Stato
d’Israele; questi due governi, come ogni governo, sono nemici del popolo e perseguono i propri progetti egemonici a scapito della popolazione israeliana e palestinese. Il proseguimento della guerra provoca soltanto
continue uccisioni da entrambe le parti.
Ma quello che sta accadendo in Medio Oriente non è altro che l’apertura
di un nuovo fronte di guerra, una guerra mondiale iniziata con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e che certamente non si fermerà alla Striscia di Gaza. La posta in gioco è la costruzione di un nuovo ordine mondiale in cui Cina, Russia, Iran ed altri Paesi conquistino l’egemonia sul blocco occidentale. Guerra, migrazioni, disastri climatici continuano ad essere le facce della stessa medaglia di questo tragico cambiamento epocale.
Noi riteniamo che in merito alla guerra israelo-palestinese sia necessaria una
fattiva solidarietà ai due popoli perché si liberino dei leader criminali che li stanno conducendo al massacro, calpestando ogni diritto civile e umano e aggravando al tempo stesso la minaccia globale che incombe sul pianeta grazie allo statalismo più bieco, di cui sono espressione, e al militarismo più invadente che ne è lo strumento principale di potere.
Soltanto una determinata e imparziale lotta contro il militarismo e una solidale mobilitazione internazionalista possono diventare azioni decisive per fermare la catastrofe, in Palestina come altrove.
La Rivoluzione egualitaria e libertaria, antistatale, antimperialista e anticapitalista diventa l’unico orizzonte percorribile oggi.


Federazione Anarchica Siciliana
( fas.corrispondenza@inventati.org )
16-10-2023

(versione pdf del comunicato)

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IL MUOS UCCIDE

Ad ogni istante, mentre facciamo la spesa al mercato, mentre guidiamo la macchina, mentre sostiamo al bar, mentre dormiamo, cuciniamo, guardiamo la tv: IL MUOS UCCIDE.
Dalla base militare dei Marines USA dentro la Sughereta di Niscemi, in ogni istante il MUOS impartisce ordini di guerra, guida azioni militari, controlla missili, cacciabombardieri, droni, in poche parole: fa la guerra.
Da Niscemi ad ogni istante si fa la guerra, si governano strumenti di morte responsabili di distruzioni, di uccisioni di civili innocenti. Ma è una guerra che fa vittime anche qui, dove il MUOS è stato imposto con la forza dell’esercito, della polizia e dei tribunali: il MUOS, infatti, ha avvelenato la Sughereta; le emissioni elettromagnetiche delle sue tre parabole e delle 46 antenne provocano ogni giorno malattie gravi e mortali tra la popolazione. Ma, in generale, siamo tutti vittime di questo sistema di guerra perché brucia milioni di dollari e di euro sottraendo queste risorse ai bisogni primari delle popolazioni, al solo scopo di provocare morte, lutti e distruzioni e favorire il predominio del sistema imperialista sul Mondo.
A Niscemi la situazione è chiara: i giovani emigrano, il lavoro scarseggia, l’acqua non è disponibile tutti i giorni, la sanità è latitante, i servizi per gli anziani e i soggetti deboli non esistono, l’agricoltura è in forte crisi, la percentuale di tumori di ogni tipo è sopra la media regionale e nazionale. Però, appena fuori paese esiste un sistema militare ad altissima tecnologia, costosissimo, destinatario delle massime attenzioni da parte del governo italiano e americano. Un sistema, che, come tutto il complesso militare, con le sue basi (vedi Sigonella), le sue caserme, i suoi depositi, viene costantemente foraggiato con finanziamenti che i politicanti d’ogni colore trovano sempre senza difficoltà: basta tagliare quelli alla sanità, all’istruzione, alla bonifica dell’ambiente inquinato, alle pensioni, ai salari eccetera.
Per questi motivi ci dobbiamo liberare del MUOS e delle basi militari americane, Nato e italiane. Il Movimento NO MUOS ormai da oltre 10 anni è impegnato in questa lotta: una lotta per riprenderci in mano il nostro futuro.
Siete tutti invitati al campeggio del 4, 5 e 6 agosto, tre giorni pieni di dibattiti e confronti presso il Presidio NO MUOS di contrada Ulmo; e al CORTEO di sabato 5 agosto, alle ore 16, dal Presidio al cancello 1 della base.

Movimento NO MUOS

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CAMPEGGIO NO MUOS 2023

Quest’anno il campeggio ambientalista ed antimilitarista del Movimento No MUOS si svolgerà il 4, il 5 ed il 6 agosto, come ogni anno presso il presidio permanete in Contrada Ulmo, nel territorio di Niscemi. Ulteriori info sul sito web www.nomuos.info e nelle locandine che pubblichiamo in questa inserzione.

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Solidarietà ai contadini di São João da Barra (Rio de Janeiro), ai popoli indigeni, agli emarginati in Brasile

Appello dell’IFA Brasile alle Federazioni IFA

Chiediamo all’IFA, attraverso il suo Segretariato, di dare sostegno solidale ai contadini di São João da Barra, Rio de Janeiro. Pur essendo i legittimi occupanti delle loro terre, vedono i loro diritti violati dall’espansione dell’industria petrolifera e dei suoi alleati, che chiamiamo “Governi fossili”. Il 7 aprile alle 9 del mattino, la polizia ha invaso violentemente le terre dei contadini con il mandato di reintegrare la proprietà terriera, distruggendo e schiacciando criminalmente, con i loro veicoli, le colture alimentari per installare un porto per l’espansione dell’industria estrattiva del petrolio. Questa catena produttiva sta distruggendo diverse parti delle coste brasiliane provocando pesanti
impatti che lasciano una traccia di morte e distruzione.

Chiediamo inoltre che la nostra organizzazione internazionale, l’IFA, sia solidale con i popoli indigeni che vivono nel territorio attualmente dominato dallo Stato brasiliano, in particolare quelli con cui l’IFA Brasile svolge attività costanti e che si trovano negli Stati di Bahia, San Paolo e Brasilia. Lo stesso sostegno dovrebbe essere dato al popolo Quilombo di Sapé do Norte nella regione di Capixaba [stato di Espirito Santo]. Abbiamo bisogno di contributi finanziari e di risorse, perché abbiamo il progetto di costruire due scuole di formazione politica e agroecologica, la prima nel Quilombo Sapé do Norte e la
seconda nel villaggio Takua Ju Mirim del popolo Guarani M’bya a São Paulo. Il nostro obiettivo principale è collaborare con loro per recuperare le terre ancestrali e trasmettere la nostra cultura alle nuove generazioni. Vi preghiamo di contribuire a questa campagna in tutti i modi possibili.

Continueremo a denunciare il genocidio dei popoli indigeni e dei giovani neri e poveri delle periferie, perpetrato dallo Stato brasiliano, attraverso le sue forze repressive, la polizia e le sezioni armate. Continueremo a denunciare lo Stato brasiliano e la sua borghesia.
Un’osservazione importante: non abbiamo bisogno di sostegno finanziario immediato. Torneremo in Brasile e definiremo all’interno dell’IFA Brasile criteri più dettagliati e i mezzi tecnici più coerenti per impiegare queste risorse. Presto invieremo dei progetti che saranno discussi ed eventualmente approvati da tutte le Federazioni consorelle.

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La Sicilia ha bisogno delle grandi opere: Si al ponte di Messina – Si al porto di Enna

L’utilità e la necessità del ponte sullo stretto è evidente: basterebbe infatti osservare
l’enorme divario esistente in termini di sviluppo e benessere tra la Calabria, che ha
la fortuna di essere unita alla terraferma, e la Sicilia che ha la sfortuna di essere
un’isola. Ma un’altra grande opera si rende necessaria, un’opera utile quanto il
ponte di Messina e che servirà a colmare finalmente il limite di Enna e di tutto
l’entroterra siciliano penalizzato dalla mancanza di uno sbocco al mare: il porto di
Enna. E se per costruire queste grandi opere necessarie bisogna sacrificare i
territori, sventrare intere zone e distruggere per sempre paesaggi mitici, ebbene è
un prezzo che bisogna pagare perché i vantaggi superano gli effetti collaterali. Lo
sanno bene ad esempio gli abitanti di Priolo-Augusta-Melilli, Gela e Milazzo che
hanno visto devastare i loro territori, ma che in compenso godono di ottima salute e
vivono nella piena occupazione.
Abbiamo scherzato? Assolutamente No. La favola del Ponte sullo Stretto è così
paradossale, assurda, quanto purtroppo reale. Non ci sono i progetti per un’opera
allo stato attuale tecnicamente irrealizzabile? Che importa! Non ci sono i soldi (14
miliardi preventivati) per un Ponte fatto solo di parole? Che importa!
Quel che importa è vendere fumo, promettere i soliti 100.000 posti di lavoro,
distribuire incarichi milionari, accantonare le tantissime priorità della Sicilia (e della
Calabria): lavoro, risanamento del territorio, bonifiche, infrastrutture essenziali
(trasporti, reti idriche efficienti, strade per i collegamenti interni), servizi (sanità,
istruzione, asili, assistenza sociale) alla popolazione, freno allo spopolamento…
I signori del ponte vorrebbero giustificarlo con la sua utilità militare; ma i militari per
primi hanno fatto sapere che si tratterebbe di una struttura indifendibile a meno di
non trasformare l’area dello stretto in una potente base militare supertecnologica in
sua difesa, il che alzerebbe i costi già spropositati ad oltre 20 miliardi di euro!
BASTA con gli imbroglioni privati e di stato; BASTA con il neo-colonialismo
che sfrutta e ricaccia indietro il Mezzogiorno vendendo promesse per
nascondere le proprie intenzioni predatorie; BASTA con le narrazioni tossiche
e le distrazioni di massa.
Cominci subito la riscossa del popolo siciliano, calabrese, meridionale con moti di
protesta e di rivolta contro lo Stato parassita e le classi dirigenti meridionali suoi
complici, per imporre i veri bisogni, a partire dalla smilitarizzazione della nostra
isola, dalla sua sottrazione a un ruolo di avamposto di guerra nel
cuore del Mediterraneo, di colonia degli Stati Uniti e della
NATO, di muro verso le popolazioni di altri continenti, vittime
tutte – come noi – dell’insulso sistema capitalistico che genera
miserie, distrugge l’ambiente, produce conflitti sanguinari, per
assicurare il profitto delle classi ricche del pianeta.

Federazione Anarchica Siciliana

(volantino in formato pdf)

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